Un semestre all'estero, ma a fare cosa? Certo è che quello che hanno fatto nei giorni passati gli studenti USA del programma Arizona in Italy non se lo immaginavano proprio, era totalmente fuori dalle loro aspettative...e ci si sono buttati con la freschezza dei loro 20 anni. Per una serie fortuita di circostanze e grazie alla collaborazione di più persone, è stato possibile far toccare con mano - e piedi - cosa significa passare dal grappolo d'uva  ancora appeso al filare a gustare l'ottimo vino di Orvieto che il Sommo Poeta definiva il sole d'Italia in bottiglia. Kay e Czaba Borzogny, una coppia che ha una splendida casa nei pressi della Badia, hanno "regalato" la loro uva ai ragazzi, che l'hanno vendemmiata e poi sgranata (anche coi piedi, vecchio stile, solo per capire cosa si prova a toccare qualcosa di "vivo" in quel preciso istante in cui diventa una cosa nuova) e l'hanno poi torchiata con un vecchio attrezzo prestato dalla famiglia Chiasso di Monterubiaglio, un cimelio di famiglia con più di 100 anni sulle spalle, anzi sulla vite. Il tutto incorniciato nello splendido contesto del Parco delle Grotte, grazie a Speleotecnica s.r.l. che ha dato un consistente aiuto nella logistica. La possibilità di capire come funzionano dal vivo le cose, di sentire lo zucchero sulla pelle, di dover driblare vespe ed insetti interessati ai chicchi, di capire che è fatica e sapere antico "fare" il vino, ha consentito a questi ragazzi, che rimangono nella nostra città per tre mesi di fila, di ampliare il loro modo di vedere le cose, così lontano dai grandi mall che frequentano nel loro paese, aperti 24/7, così diverso da quella frenetica e spasmodica corsa all'acquisto al quale sono abituati. Qui ci sono tempi che non possono essere bypassati, operazioni che vanno fatte secondo una regola che affonda le proprie radici indietro nel tempo, tanto indietro nel tempo. E sarà una cosa che molti ricorderanno per sempre, la racconteranno ai loro amici, sapendo che non è da tutti aver avuto la fortuna di fare un'esperienza del genere. E' anche per questa ragione che Orvieto è il campus perfetto.